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maggio 2006

Non è mai troppo tardi!

Tuesday_feb_28_21Non ho mai calciato un pallone e non ho mai visto una partita di calcio di serie A. Allo Stadio di San Siro ci sono stato solo qualche sera d'estate quando le tribune si trasformano in discoteca.

Per la verità un precedente c'è stato. Avevo 12 anni e alle medie, durante la lezione di educazione fisica, mi obbligarono a giocare una partita. Non essendo capace mi hanno messo in porta, come si fa di solito e ho difeso strenuamente la mia squadra parando una pallonata micidiale. Ma non l'ho parata con le mani, ma con le parti basse del corpo. Risultato: rantolai a terra per ore. Fine dell'esperienza.

In realtà giocare a calcio virtualmente mi piace e mi diverte molto, ed è qui che arrivano i fatti.

Mercoledì 17 maggio sono stato convocato da Microsoft a San Siro con una trentina di altri giornalisti che si occupano di videogiochi per presentare XboxCup, la sfida mondiale che, grazie a tornei di Fifa World Cup Germany 2006 giocati su Xbox 360, faranno vincere ad alcuni fortunati un viaggio a Berlino per rappresentare l'Italia (e i vari Paesi del mondo) durante i Mondiali.

La presentazione consisteva in una trasformazione: ci siamo ritrovati negli spogliatoi di San Siro la nostra bella divisa, le nostre scarpette e tutto l'occorrente per la doccia finale. Che organizzazzone... e che panico. IO IN CAMPO???

Già. Io in campo. Insieme a tutti gli altri. Pronti a esibirci in cinque prove differenti: tiri in porta, parate, dribblate, atletica e, ovviamente, sfida su Xbox 360.

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E' stato divertente, anche se qualche collega l'ha presa un po' troppo sul serio, e soprattutto, a conti fatti, a quarant'anni suonati mi sono ritrovato a fare una cosa che mai e poi mai avrei immaginato di fare.

Risultato? Ero convinto che sarei arrivato ultimo. E, invece, no. Sono arrivato terzo. Con buona pace di chi si è comportato meglio di me in campo ma che per qualche ragione ha preso meno punti magari nella prova di atletica o nel dribblig.

Così mi sono portato a casa il premio: la sacca ufficiale dell'Italia ai Mondiali 2006 con tanto di abbigliamento da campo. Come a dire che mi toccherà giocare a calcio e, viste le premesse, solo nei campi di serie A.

Insomma. La vita riserva sempre belle sorprese ed è vero che, in ogni cosa, non è mai troppo tardi.

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ANPLAGGHED. Gli amici si ritrovano: compresi quelli che non ci sono più.

AnplagghedE' arrivato anche a Milano il nuovo spettacolo di Aldo, Giovanni e Giacomo: Anplagghed, e come per magia (visto che la regia è di Arturo Brachetti) gli amici si ritrovano.

Dello spettacolo hanno parlato i giornali, le radio e la tv, ma della storia che in qualche modo questo spettacolo ha a che fare con la mia vita non ne ha parlato nessuno. Semplicemente perché non è interessante. Ma ve la voglio raccontare.

Dobbiamo tornare indietro di almeno vent'anni, quando Aldo faceva coppia con Giovanni, mentre Giacomo era ancora per i fatti suoi. Quando Cesare Gallarini (mio fratello) faceva coppia con Marco Della Noce e si facevano chiamare "La Carovana" e a quando nel mondo del cabaret milanese degli anni '80 spuntavano nomi come quelli di Raul Cremona e Roberto Maggioni.

Tutti fra loro si conoscevano e tutti fra loro erano amici. Vacanze insieme, spettacoli a teatro, birre e locali da frequentare ma, soprattutto, tante risate e la voglia di divertirsi e di divertire. Tutto qui. Nessuno pensava al futuro che li avrebbe attesi, perché nessuno ostacolava gli altri: uno per tutti e tutti per uno. Una grande squadra.

Io, dal canto mio, li vedevo nelle serate di cabaret, e mi facevo tante risate. Quanto ridere. Ogni volta che li andavo a vedere era uno spasso.

Ho sempre amato i giochi di prestigo e quindi il mio preferito era Raul Cremona, che di giorno vendeva le calze nella bancarella di Piazza Cordusio a Milano. Io lavoravo in via Dante, a due passi, e così nella pausa pranzo andavo a parlare con lui: non si smetteva di ridere. Raul è sempre stato un comico nato, oltre che un bravissimo prestigiatore.

L'altro mio preferito non lo conoscevo ma lo guardavo in TV in una trasmissione Rai condotta da Oreste Lionello: "Al Paradise". Il mago-trasformista in questione si chiamava Arturo Brachetti. Un artista come pochi.

Con Raul diventai amico e mi fece entrare nel CLAM (Club Arte Magica) perché mi sarebbe piaciuto fare il "mago" per lavoro. Ma non mi pigliai mai veramente sul serio in quel senso. Avevo anche altre ambizioni e altri terreni da scoprire.

Con Arturo anche, perché durante uno spettacolo a Milano ebbi l'occasone di conoscerlo, e la nostra amicizia dura tutt'ora.

Col tempo le cose cambiarono. Marco Della Noce lasciò improvvisamente mio fratello sfaldando "La Carovana" e si mise a fare cabaret da solo, mentre Cesare (mio fratello, appunto), continuò a scrivere testi, a occuparsi di regie teatrali e si trasformò da spalla a comico.

Anche Aldo e Giovanni ebbero un momento di crisi, come avviene in ogni coppia lavorativa e affettiva, ma trovarono Giacomo e diventarono ancora più forti.

Raul Cremona, che non perdeva occasione per ricordare a tutti che in Italia non c'è posto per i "maghi" veri e propri ma che ce ne sarebbe stato per i comici, inventò il personaggio di Oronzo e fu un grandissimo successo.

Arturo Brachetti continuava la sua ricerca artistica e la coronò con uno spettacolo prodotto dai canadesi che ha portato in tutto il mondo e che l'ha visto diventare una vera e propria star internazionale.

Mio fratello Cesare, oltre al cabaret, è diventato uno dei più accreditati insegnanti di arte comica in Italia, ha pubblicato un libro proprio su questo argomento (Faccio Ridere?) e ha fondato con altri l'Accademia del Comico e tiene anche un blog professionale sulla comicità.

E alla fine?

Alla fine il nuovo spettacolo di Aldo, Giovanni e Giacomo ha visto la collaborazione di Arturo Brachetti alla regia e di Cesare Gallarini all'assistenza regia e ai testi, e così il cerchio degli amici si è chiuso: quel gruppo di cabarettisti milanesi da una parte, e quell'artista torinese (Arturo), con il quale ho stabilito un'amicizia, dall'altra.

Ieri sera, al teatro Smeraldo di Milano, c'erano tutti: Aldo, Giovanni, Giacomo, Cesare, Raul, Arturo, Io. E vorrei pensare che fra noi ci fosse anche Roberto Maggioni che, scomparso molti anni fa, non ha mai potuto vedere il successo dei suoi amici.

Ma sono sicro che lui è là, da qualche parte, a ridere per ogni battuta. Copertina_libro_cesare_2