Cocciante Vs Ortolani
mercoledì, 10 ottobre 2007
Il grande Riz Ortolani si è confrontato quest'anno con un navigato Riccardo Cocciante nella prova di scrittura di un musical che vive più o meno sulla stessa storia. Ortolani ha scritto "Il Principe Della Gioventù". La vera storia d'amore fra Giuliano de' Medici e Fioretta Gorini in una Firenze cinquecentesca in piena congiura dei Pazzi.
Cocciante invece si è dato alla tragedia Shakespeariana raccontando la trita e ritrita vicenda di Giulietta e Romeo e sconvolgendone (a torto) il finale dove Giulietta muore per un infarto (!) e facendo crollare così tutta l'emozione di una storia che per avere un senso compiuto avrebbe dovuto concludersi come il grande scrittore iglese aveva giustamente pensato.
Le storie sono simili, ma le emozioni molto diverse. Ortolani batte Cocciante in pathos, in vivacità di scrittura, nel raccontare una storia nuova. Entrambi invece cadono un po' sui testi (Panella in Romeo e Giulietta mi ha profondamente deluso, anche se lo stimo sempre moltissimo) e in entrambi il cast vede tutti professionisti e cantanti dalle doti fuori dal comune.
Ma ciò che vince, ancora una volta, è l'impatto sul cuore, e in questo senso Edoardo Luttazzi, Simone Sibillano e Graziano Galàtone hanno dato il meglio di loro, con un Simone (Gesù nella versione italiana di Jesus Christ Superstar) che ho trovato molto milgiorato e in forma perfetta.
Il 4 settembre, alla prima del muiscal di Ortolani alla Fenice di Venenzia il pubblico ha applaudito per venti minuti. Qualche sera fa al Forum di Assago il pubblico non vedeva l'ora che l'opera di Cocciante finisse. Davvero noiosa.
Una cosa però va detta. Quando Cocciante è uscito a salutare e ringraziare e ha intonato la canzone principe del musical le cose sono cambiate: un'interpretazione da pelle d'oca che mi ha lasciato di stucco, come mi ha lasciato di stucco l'intera opera di Ortolani.
Insomma. La classe non è acqua. Ortolani vs Cocciante 8 a 6.
Il duo Battisti-Panella rappresenta un modo di far musica che non è mai esistito. La gente conosce il Battisti con i testi di Mogol e viene reputato grandioso per il successo che ha avuto in quegli anni ma appena si scoprirà bene la raffinatezza e l'innovatissimo stile "dell'ultimo Battisti" tutti rimarrano a bocca aperta.
Il duo Battisti-Panella ha un pubblico che ancora purtroppo non è nato.
Scritto da: lorenzo | mercoledì, 02 aprile 2008 a 21:41
Sono due grandi, è fuori dubbio, ma in questo caso non c'è paragone: l'opera di Ortolani è altamente coinvolgente, ti prende e ti sembra di vivere quelle sensazioni, quelle emozioni, quelle atmosfere magicamente rappresentate dai bravissimi artisti sul palco!
Tutti bravi ma vorrei porre l'accento su Edoardo Luttazzi (alias Giuliano de'Medici). Si è fatto conoscere al grande pubblico nella scorsa stagione con Jesus Christ Superstar (che riprenderà la tournee a fine mese), in cui interpretava uno strepitoso Giuda pieno di grinta, rabbia, rimorsi e dubbi; per poi passare a quest'opera piena di drammatico romanticismo in cui da prova di carattere e di una grande vocalità che contribuiscono a creare quell'atmosfera che forse è mancata in "Giulietta e Romeo".
Scritto da: Stefano | giovedì, 18 ottobre 2007 a 11:20
La grandezza di Lucio Battisti non soggiornava nella voce e nemmeno nella composizione della Musica, bensì nell'interpretazione. Egli era in grado di interpretare magistralmente testi di naturale semplicità come quelli di Mogol e testi di labirintica bellezza come le parole di Pasquale Panella, suo ultimo paroliere.
Non ho visto le opere di Ortolani e Cocciante ma desidero soffermarmi sul Maestro Panella.
L'ultimo lavoro discografico di Battisti è stato dedicato a Georg Wilhelm Friedrich Hegel, considerato il più significativo filosofo dell'idealismo tedesco.
Desidero pubblicare il testo di una meravigliosa canzone estrapolata proprio da questo originale omonimo album, che reputo una rara gemma nel panorama storico della Musica italiana, e patrimonio artistico futuro.
LA BELLEZZA RIUNITA
Mi apparisti vestita
e tu carpita da me
più che tu non lo fossi
misurarti la vita
mi pare proprio che sia
tutto quello che posso
la bellezza riunita
ha più difesa di sé
mi dicesti sospira
come ti si ritrae con il dito
chiedendo silenzio
la totale pienezza di te
dal mio braccio destro
si disincagliava
e calava nell'ansa
del sinistro mista le piegature
e declinava di te in te stessa
l'attività assoluta
era una lotta contro la natura
che è dimessa al vento
sucube alla furia
ma tu non soccombevi
eri impennata sulla tua forma
finita e creata
e la tua affinitezza superavi
sapendo di te stessa
non solo di convessa
di concava di cava
umana pelle umana
e la realtà finiva
e il vero cominciava
certo imbruniva
ma imbruniva fuori
all'interno i colori
erano luci spente
umiliate dalla tua bocca ponente
dopo un po' si vedeva
soltanto quello che può
perdonare la vista
e scoprire le gambe
fu qui la tua miglioria
per distinguere meglio
ogni tuo gesto è compreso
in tutto quello che sa
di te stessa quel gesto
LUCIO BATTISTI
PASQUALE PANELLA
Scritto da: BIANCOLEONE | sabato, 13 ottobre 2007 a 02:46
Qualunque storia narri amore, non deve basare la propria attenzione sulla propria storicità e numerazione di volte in cui sia stata proposta. L'autenticità, è nel modo in cui viene interpretata.
Nell'Europa settentrionale, area geografica planetare alla quale appartengono le mie origini, si sta ambientando un romanzo equiparabile alla bellezza di Giulietta e Romeo. Per bellezza non intendo grandezza, bensì intensità emozionale.
In un'opera complessa, la scrittura dei dialoghi è praticamente la base, poi seguono gli scenari e ancora le descrizioni dettagliate degli occhi, che per metafora, sono la trasposizione dell'anima.
Sono certo, Stefano Gallarini, che per una persona della tua sensibilità, la lettura di questo futuro lavoro letterario, sarà un impatto emotivo decisamente forte.
Om mani padme hum. Salve o gioiello nel fiore di loto.
emisferodestro
Scritto da: emisferodestro | venerdì, 12 ottobre 2007 a 00:16
'...ciò che vince, ancora una volta, è l'impatto sul cuore'. Dici bene. Io non sono un grande conoscitore di musical, ma la differenza tra questi due prodotti, visti dai miei occhi 'vergini', sta proprio nelle emozioni che mi hanno dato: "Il Principe Della Gioventù" mi ha avvinto e spesso convinto, in Giulietta e Romeo ha soprattutto vinto la noia.
Scritto da: Monos | mercoledì, 10 ottobre 2007 a 19:43