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novembre 2007

Donne poco solidali

VolverIl corteo di sabato 24 novembre a Roma che ha visto protagoniste (dicono) centomila donne in marcia per manifestare contro le violenze subite tra le mura domestiche e, di fondo, contro un sistema ancora troppo maschilista, è stato "disturbato" da una cinquantina di ragazze che a insulti hanno "bastonato" ministre e rappresentanti in parlamento del gentil sesso. Gentile? Mica tanto! Sono volati urla e insulti, tanto da costringere Prestigiacomo, Carfagna, Turco e Melandri ad andarsene via. Piene di falsi sorrisi perché, si sa, le parole bruciano.

Così anche la donna si discrimina e si allontana dalla solidarietà tanto sbandierata.

Peccato. Anche se non erano in molte, le urlatrici hanno rovinato la festa e si sono avvicinate agli uomini. Ma forse era quello che desideravano: essere considerate "maschiacci".


Ragioniamo con la testa, non con i piedi.

11507gabrielewideHo chiaramente un'opinione sulla tragica e ingiustificata morte di Gabriele Sandri, il ragazzo ucciso da un poliziotto dopo una baruffa scoppiata in Autogrill fra Ultras Laziali e Juventini, ma più delle mie parole valgono quelle di Patrizia Moretti, la madre di Federico Aldrovandi di cui vi ho già parlato e che vi invito a leggere.

Ecco le parole che mi trovano assolutamente d'accordo:

Mercoledì, 14 Novembre 2007
Lettera alla famiglia di Gabriele Sandri

Mi chiamo Patrizia Moretti, sono la mamma di Aldro.Il 25 settembre 2005 mio figlio Federico di 18 anni moriva a Ferrara sotto i calci e le manganellate di quattro agenti di polizia mentre invocava aiuto.Mi rivolgo alla famiglia di Gabriele Sandri.Voglio esprimere il dolore mio e di mio marito per la perdita del loro figlio Gabriele.

Voglio dire loro che so, purtroppo, cosa stanno provando in questo momento e che cosa proveranno in futuro.

Dalla perdita del proprio figlio è impossibile, io credo, riprendersi, e sempre difficile è dominare la rabbia che diventa, insieme al dolore, costante e invadente compagna di vita.

Voglio rivolgermi però soprattutto a tutti gli amici di Gabriele e a tutti i ragazzi che sono rimasti colpiti dalla sua morte.

In questi due anni di vita trascorsa senza più Federico ho incontrato tanti, tanti ragazzi nei centri sociali, nei palazzetti dello sport e negli stadi. Ci hanno scaldato il cuore perché ci hanno impedito di sentirci da soli, io e Lino, nella nostra battaglia per la verità e nel nostro dolore.

Li consideriamo tutti amici di Federico e della sua memoria.

Il loro atteggiamento civile, discreto e composto di pubblica partecipazione è stato determinante, insieme a tanti altri eventi, a mettere sempre più in grave imbarazzo coloro che volevano nascondere la verità ed infangare la sua memoria.

Amici di Gabriele! fate come loro! non date spazio alla violenza neppure verbale e isolate coloro che, con i loro comportamenti criminali, consentono di far passare in secondo piano la tragedia di Gabriele in favore del “danneggiamento dei cassonetti dell’immondizia”.

Vi prego, rispettate la famiglia e Gabriele, che ha bisogno di voi, della vostra schietta e calda umanità. Solo questo potrà aiutarli ad ottenere giustizia e verità.

Fate come quei tifosi della Fortitudo Basket di Bologna e dell’Avellino, che durante la partita si sono presentati tutti insieme con una maglietta che chiedeva giustizia e verità per Federico. Fate come loro che quando gli è stato imposto dalle forze dell’ordine, in modo tanto insensato quanto immotivato di rovesciarla, uno per uno, per nasconderne il messaggio, essi tutti hanno civilmente ubbidito.

A tutti questi ragazzi io voglio bene, e auguro a Gabriele e la sua famiglia che ciò accada anche per loro, perché quanto purtroppo si è visto nei telegiornali io credo che uccida due volte Gabriele Sandri.

Con profondo affetto e partecipazione

Patrizia Moretti


Parole, parole, parole... inglesi!

CatturaSi chiama DOPPIADIFESA la lodevole iniziativa promossa da Michelle Hunziker e l'avvocato penalista Giulia Bongiorno per aiutare le persone che subiscono lo stalking o sono esse stesse stalker. Non ci avete capito una mazza? Giusto. Ma la colpa la dovete dare alla Bongiorno.

In una puntata di Porta a Porta si è parlato proprio di stalking e, giustamente, un medico psichiatra invitato ha parlato di "Sindrome del molestatore assillante". Cavolo! Questa sì che è una definizione comprensibile!

E invece no! La Bongiorno ha puntualizzato: "No, no! Usiamo la parola STALKING. E' MOLTO più chiara!".

Molto più chiara? Comprensibile? Ma dove viviamo?

Perché ci ostiniamo a usare parole inglesi assolutamente incomprensibili quando abbiamo delle parole italiane chiarissime? Se io parlo di SINDROME da MOLESTATORE ASSILLANTE ho detto davvero tutto. E' evidente anche la gravità della questione. Ci sono parole forti come "sindrome", "molestia", "assillo". Parole molto, ma molto più forti di un insignificante (per noi italiani) "stalking".

Ci sono le parole (italiane), usiamole!