La questione di Eluana Englaro è ancora aperta e io di certo non voglio in nessun modo entrarci, visto che non ho alcun titolo per farlo.
Noto solo che molti protagonisti della nostra società, giornalisti, artisti, filosofi, politici, hanno voluto a tutti i costi dire la loro, come se sapessero e come se avessero provato sulla loro pelle tanta tragicità.
Addirittura il "molleggiato" Adriano Celentano si è deciso a scrivere una lettera pubblicata dal Corriere e, mi domando, perché non l'abbia scritta invece direttamente al padre di Eluana, visto che ritengo che certe cose debbano essere personali e che non dovrebbero essere invece strumentalizzate per far parlare di sé.
Un momento della lettera recita così:
"Una battaglia quella di Beppino Englaro che racchiude una contraddizione spaventosa, ma al tempo stesso, forse, il più grande gesto d'amore che un padre possa fare per una figlia. È chiaro che, per quanto mi riguarda, essendo un credente, nel senso che do per scontato che il nostro, qui sulla terra, nel bene e nel male, non sia che un misero microscopico passaggio in confronto a quella che sarà la vera Vita! Quella vita che Dio ci ha preservato nell'eterna Bellezza. E se poi penso alle parole di Gesù quando disse che «l'uomo non è padrone neanche di uno solo dei capelli che porta in testa», non posso che essere d'accordo con chi la difende, la vita."
Ma, allora, mi domando, se questa "vera Vita" è così straordinaria, perché privarcene? Meglio andarci subito, no?
Dal mio canto resto volentieri in questa. Sarà problematica, ricca di inconvenienti e, a volte, anche infelice, ma, almeno, è certa e ancora capace di regalarci emozioni meravigliose.