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dicembre 2008

Cocaina di fine anno. Fine di tutto.

COCAINA Ucciso fuori dal De Sade a Milano, precipitati, e morti, dal cavalcavia, investito dal tassista... tre episodi accaduti nell'arco di una giornata che hanno un solo denominatore comune: la cocaina.

Quando avevo 16 anni frequentavo due compagnie: quella dell'oratorio (con alcuni amici che si facevano le canne) e quella dei "grandi" (con alcuni amici che sniffavano la cocaina), eppure io non ho mai provato né una, né l'altra. Erano gli anni '80.

A distanza di vent'anni sapete cos'è cambiato? L'atteggiamento di chi ne fa uso e di chi la spaccia.

I membri delle mie due compagnie non si sarebbero mai azzardati a propormi di provare l'una o l'altra cosa: ero troppo piccolo. Così non ho mai visto nessuno fumarsi una canna (lo facevano di nascosto da me) né tantomeno nessuno farsi una striscia di cocaina. Anzi, ricordo perfettamente un fatto strano.

Ogni volta che ci si ritrovava a casa dei miei amici più "grandi" (avevano una ventina d'anni, e io quattro di meno) c'era spesso un momento in cui mi chiedevano di preparare il tè. Io, felice di rendermi utile, sgattaiolavo in cucina a metter su il pentolino e a preparar le tazzine. La cosa buffa è che uno di loro veniva sempre a controllare il mio operato. Che rabbia! Non si fidavano delle mie capacità!

Macché. Solo molti anni dopo ho capito: alcuni di loro stavano sniffando e, con la scusa del tè, mi tenevano alla larga. E io non ho mai visto. E non ho mai provato.

Ecco cos'è cambiato. Io sono grato a quegli amici perché hanno avuto il buon senso di non invitarmi mai a quel tipo di festa e a non mostrarmi mai quel tipo di "sballo".

Sono passati vent'anni e il vizio è rimasto tale e quale, quello che ormai manca è proprio il buon senso.


La lampada magica di Pixar

Monsters Seguo Pixar fin dal lontano 1984, quando il cortometraggio d'animazione digitale Le avventure di André e Wally B. dimostrò al mondo cosa si poteva realizzare con i computer dell'epoca.

Il grande successo (almeno per chi seguiva il settore), avvenne con Luxo Junior, che vinse molti premi per la bellezza della storia (seppur brevissima) e per la qualità delle ombre e dei riflessi della luce.

La lampada protagonista di Luxo Jr. è diventata il logo della Pixar e in qualche modo quel logo fa parte di me.

Quello che mi ha sempre affascinato di Pixar è l'intelligenza delle storie, la bellezza delle sceneggiature, la straordinaria fedeltà ricostruita col computer, la perfezione raggiunta nell'ideazione del carattere dei personaggi.

Ho cercato di far apprezzare i film Pixar a tutte le persone alle quali ho voluto bene, perché in quelle storie, anche in quelle più tragicomiche, l'Amore resta ed è sempre il motore di tutto.

Ora Wall-E, l'ultimo lungometraggio Pixar, è candidato agli Oscar come miglior film. Se dovesse vincere sarebbe una vittoria anche personale, perché ho sempre ritenuto il cinema d'animazione completamente paritario a quello tradizionale.

Forza Pixar, strofina la tua lampada. Io tifo per te.

P.S. Se ancora non avete visto nulla di Pixar, iniziate con Monsters & Co. Un capolavoro.


Non può morire un'idea! Nasce GamePK

Gamepk Lo cantava Fossati molti anni fa, non può morire un'idea, perché lei vive con te.

Ieri è nato GamePK, il primo sito al mondo dedicato ai Press Kit dei videogiochi. Avevo in mente da tempo di creare qualcosa che permettesse ai giocatori di vedere quello che solo i giornalisti possono vedere, perché anche le presentazioni hanno il loro fascino, la loro storia, le loro idee.

Facevo e faccio ancora il copywriter, e la comunicazione resta sempre nel mio cuore. Quella, davvero, è una delle tante cose che moriranno solo con me.

Un vecchio adagio dice: non c'è il due senza il tre, e, in effetti, questo è il mio terzo blog. Non interesserà a tutti, ma sono certo che i più curiosi non se lo lasceranno sfuggire, perché il mondo della comunicazione ha sempre il suo fascino.

Non aggiungo altro ma, se volete, potete leggere il primo post pubblicato in Rete dedicato a GamePK. Arriva da Fluxes, un blog sul digital entertainment, il web 2.0 e la comunicazione on-line.

L'idea non muore. Per ora neppure io.


 


Straniero in Italia

Bolzano Per l'ennesima volta quando capito nel Sud Tirolo mi sento straniero in Italia.

Questa volta mi sono trovato fregato da un mercatino natalizio, così di moda negli utlimi anni, e così tremendamente finto. Ancora più finto che in passato.

Mi trovavo lì per lavoro, e ho colto l'occasione per vedere "il più bel mercatino natalizio d'Italia". D'Italia? Ma se l'italiano la commessa non lo capiva affatto!

Ho chiesto informazioni su un oggetto in legno e mi ha guardato come se stessi parlando una lingua sconosciuta. Le ho insegnato il significato della parola "calorifero", che lei ha inteso solo quando sono riuscito a trovare il sinonimo: termosifone. Sarà che il tedesco usa molto le parole create dall'unione di più vocaboli. Così "termo sifone" è più "tedesca" di una parola volgare come "calorifero".

Ma il bello è successo alla cassa. Pago rigorosamente in contanti e mi ritrovo a casa con uno degli oggetti, il più costoso, mancante dalla bella confezione che mi avevano preparato.

Così ho perso i miei soldi.

Voi direte: "Guarda lo scontrino, chiamali e fattelo spedire".

Io vi rispondo: "Lo scontrino è scritto interamente in tedesco e senza alcun numero di telefono. Non c'è modo di mettersi in contatto col negozio del mercatino".

Siamo in Italia e non posso far valere i miei diritti. Non posso nemmeno interpretare uno scontrino di un negozio. E poi si lamentano degli extacomunitari. Loro, almeno, l'italiano lo sanno, e a quelli che non lo sanno consiglio un bel viaggio a Merano.