Gli artisti non hanno età.
lunedì, 05 gennaio 2009
Ho trascorso l'ultimo dell'anno a Le Folies Du Lac il più grande Music-Hall del sud della Francia. Ballerini, acrobati, illusionisti, tette e culi al vento, in un turbinio di suoni, musica, colori e allegria.
Il Music-Hall, il nostro Varietà di un tempo, ha un posto d'onore in Francia, così come in Inghilterra e in Germania. Noi, invece, ce lo siamo scordati. Eppure avevamo Macario, Delia Scala, Walter Chiari, Wanda Osiris, Paolo Panelli, Bice Valori, Franca Valeri, Gianni Agus, e centinaia di altri artisti straordinari che sapevano fare molto bene il loro mestiere.
Arturo Brachetti ha ripescato quel clima divertente e divertito nella sua ultima fatica, Varietà Brachetti, proprio perché chi ama il teatro ama anche "quel" tipo di teatro. Un teatro fatto di persone e di capacità. Solo quelle. Con l'aiuto di lustrini e di piume, e senza l'inganno della tv.
Il Varietà in Italia ormai è soltanto Amici, con Maria De Filippi che si destreggia fra ballerini e cantanti dove a contare è molto più la faccia e la recitazione di un ruolo piuttosto che le capacità. Tutti giovani, belli e pieni di sé. E gli altri? Dove mettiamo i quarant'enni che fanno spettacolo da oltre vent'anni? Dove mettiamo gli acrobati, gli illusionisti, i cantanti, gli equilibristi, i ballerini e tutti gli altri che hanno dato lustro al teatro di Varietà per molti anni? Li gettiamo dalla finestra?
In Italia sì.
Ma in Francia no. Il Varietà è fatto da straordinarie trapeziste quarantacinquenni, equilibristi sui cinquanta, performer sessantenni. E' fatto da artisti. Indipendentemente dall'età.
Se sei un artista e hai più di trent'anni, in Italia sei morto. Nel resto del mondo cominci a vivere.
La madre della mia fidanzata vive nel sud della Francia, da 8 anni.
Una seconda giovinezza, per il modo di afforntare la vita, di vivere e soprattutto per le possibilità, non solo per gli artisti ma anche per le persone normali, a cui non viene mai a meno la speranza e la voglia di esprimersi e provare ad emergere.
DA noi il gioco piu' ambito è fare invecchiare le persone come il vino pr poi ritirarle fuori dalla cantina come pezzi pregiati oramai ammuffiti e con le ragnatele.
Mentre nel frattempo loro hanno fatto splendere i palcoscenicialtrove, come ad esempio oltr'alpe.
Qui invece tutti sono pronti a pretendere, lamentarsi e mostrare attributi per fomentare la Tv spazzatura e il gossip.
Quasi fosse pane distribuito a caro prezzo dai fornai nei tempi di carestia.
Scritto da: Sidney | giovedì, 15 gennaio 2009 a 23:36
Un grande panelli...
Oltre mancare il ricambio, manca la preparazione e la passione per ciò che si fa'...e non per convenienza.
Scritto da: eliana | martedì, 06 gennaio 2009 a 18:29
Uhmmmm...
Giusto domenica pomeriggio ho visto gli ultimi 10 minuti di Domenica In: conduceva da Pippo Baudo (classe 1936) che ha presentato Milva (classe 1939).
Il problema è che manca il ricambio. Fuori dalla fascia "giovani e belli" i posti sono già tutti presi da questi dinosauri inossidabili, chi comincia ad avere mestiere oltre a una bella presenza non trova spazio per muoversi.
Scritto da: Marcello | martedì, 06 gennaio 2009 a 14:15