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febbraio 2009

Evviva lo sciopero virtuale: la proposta più comunista della destra.

Tram Approvo a pienissimi voti l'idea dello sciopero virtuale perché ridà vita all'anima dello sciopero.

Astenersi dal lavoro, infatti, non significa marinare la scuola e dedicarsi ai campi da sci, ma danneggiare il datore di lavoro.

Questo è il punto: danneggiare il datore di lavoro e non i lavoratori.

Quando si tratta di scioperi che abbiano a che fare col servizio pubblico trovo giustissimo sottolineare il valore dello sciopero in modo che a essere danneggiata sia solo l'azienda, e non chi usufruisce del servizio.

Scioperare, dunque, significherà lavorare lo stesso travasando il proprio guadagno di quelle ore di "astensione" a opere sociali. In questo modo l'azienda è danneggiata ma non chi usufruisce del servizio.

A questo punto mi si farà notare che lo sciopero serve anche a far puntare i riflettori sulla situazione di quella categoria. A questo rispondo così: i media penseranno a parlarne e in questo modo si pareggeranno i conti con quelle categorie (la maggioranza) che scioperando non hanno la possibilità di coinvolgere le masse.

Tutti uguali, insomma, salvaguardando la vera anima dello sciopero.

Più comunista di così!


Dio al pianoforte. Allevi batte Lionello

Oreste%20lionello%20b-n Sono senza parole e, francamente, molto arrabbiato. Oggi l'Italia ha perso Oreste Lionello. Grande comico, straordinario doppiatore, incredibile mattatore. Per noi italiani è LUI Woody Allen. E' lui Albin de "Il Vizietto", è lui "Il Bagaglino".

La terza serata di San Remo si è aperta con le battute finali del film "La Leggenda del Pianista sull'Oceano" dove "Novecento", il protagonista, dice all'amico che vorrebbe salvarlo accompagnandolo fuori dalla nave che sta per essere fatta esplodere, questa frase: "...quella è la tastiera del pianoforte su cui suona Dio".

Peccato che subito dopo a suonare c'era Giovanni Allevi. Non ho parole.

Il pubblico applaude in delirio l'esibizione di Allevi come se si trattasse del più grande pianista del mondo (che ovviamente non ha idea di chi possa essere) e senza capire che cosa stesse suonando (tant'è che più volte interrommpe l'esibizione con l'applauso...).

Dopo Allevi l'ottimo Bonolis spende parole e tempo per ricordare Lionello. Del Noce non fa una piega e il poco pubblico che applaude, applaude sonnecchioso.

Io mi sarei aspettato una standing ovation. Ma questa è l'Italia delle ronde.

Addio Oreste Lionello. Ti devo la mia scoperta di Arturo Brachetti e molte risate.


Diritto alla vita? Quale?

13 Certo. La vita è un diritto, ma non è un dovere. Per questo chiunque può decidere di togliersela.

Eluana Englaro non aveva alcuna speranza. E non avevano alcuna speranza i suoi parenti e i suoi amici.

Ho trovato di cattivo gusto lo slogan gridato stupidamente dalle associazioni "per la vita" durante il trasferimento di Eluana verso la clinica di Udine che la lascerà al suo destino naturale.

Non si può gridare "Eluana SVEGLIATI! Ti stanno uccidendo!" a una donna che non ha alcuna speranza di svegliarsi. Non ho mai sentito uno slogan più cinico e di cattivo gusto di questo. Chiaro che è un paradosso, ma è un paradosso che non ha nessuna considerazione per chi le sta vicino.

Come ho trovato delirante il messaggio del Vaticano che ha chiesto di "Fermare quella mano assassina".

Tutte queste frasi non hanno nessun rispetto di chi è stato sempre vicinissimo a Eluana e si è battuto per la sua vita. Sì. Per la sua vita. Questo significa amarla.

Addio Eluana.


Ratzinger e l'amore perduto

Ratzinger Il caso di Eluana Englaro fa ancora discutere e il Papa, durante l'Angelus di domenica, ha detto che l'eutanasia è una falsa soluzione e che "la vera risposta non può essere dare la morte, ma testimoniare l'amore che aiuta ad affrontare il dolore."

Vero.

Ma Benedetto XVI non considera che anche togliersi la vita, per qualcuno, è espressione massima d'amore per evitare sofferenze agli altri.

Pensa, caro Ratzinger, c'è chi ama a tal punto da rinunciare alla propria vita piuttosto di sentirsi ostacolo alla vita degli altri.

Si può essere d'accordo o meno, ma è senza dubbio amore.

Di che amore parliamo, allora, caro Papa? L'amore è amore. Punto. E va difeso a tutti i costi.