Fanatismo trasversale e senza età
Dignità

Jukebox in metropolitana

Jukebox_view03 Una volta c'era il jukebox: infilavi la monetina e ascoltavi quello che volevi. Oggi ti basta andare in metropolitana.

Sono sempre più numerosi i musicisti che in cambio di qualche moneta cercano di rallegrarti la giornata con una nota di violino, un accordo di chitarra, un acuto ben piazzato.

Questa mattina la romena violinista è stata gentile. E brava. Due minuti in carrozza le hanno frutttato almeno dieci euro. Un successo. Sicuramente meglio dei Jalisse.

L'altra sera, invece, un italianissimo capellone alto e massiccio, ha avuto il suo obolo solo per aver avuto il coraggio di fare l'animatore in metropolitana. Amplificatore, base musicale e microfono. Il tipo cantava "Terra Promessa" come se ci si trovasse in un villaggio, tentando di far cantare noi passeggeri che ci guardavamo bene dal buttarci nella mischia.

Qualche volta va peggio: strumenti scordati e voci stonate.

Ma chi suona e chi canta ha sempre un punto in più perché, si sa, la musica, più di ogni altra cosa, è il vero specchio dell'anima.

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BIANCOLEONE


LA MUSICA

Ciò che provo per la musica, sempre mi disarma.
A volte, il mio cuore è così allagato di densa passione, che per diluirla devo scrivere.
Senza musica però, le mie parole nascerebbero prive di sostanza, prive d’anima; qualunque suono, anche il semplice chiacchierare del vento, contiene musica. Essa è l’assoluta comunicazione tra l’essere umano e l’infinita misura dell’eterno amore.
Il nostro conosciuto vocabolario, per quanto ricco e creativo, risulta inutile in assenza di musica. Per descrivere un’emozione ad esempio, non è necessario comporre, narrare, scrivere, bensì sarebbe fondamentale donare delle cuffie alla persona che riceve il messaggio, accendere il sofisticato impianto (magari “depositando” la puntina sul vecchio vinile) e lasciar fare tutto alle melodie dei suoni.
Spesso le parole offendono, limitano, riassumono, riducono, stonano, perseguitano, giudicano o peggio ancora uccidono… la musica invece, questo mai.
Essa è madre di ogni cosa e voce di ogni pensiero, essa veste i nostri ricordi, ci illumina nelle tenebre, guida le nostre coscienze verso l’equilibrio, essa sprigiona il pianto trasformandolo in liberazione, essa domina, sovrasta, protegge, essa accompagna nella disperazione e funge da scenaria complice nella gioia.
Credo che quel “qualcosa” di assoluto che ci ha creati, ci abbia puniti in un tempo lontano e principe, privandoci della musica che avevamo al posto delle corde vocali, e sostituendola con la voce, sino al momento in cui ritroveremo l’origine ed il senso della nostra terrena esistenza. La pena comunque, è alleviata dalla maestrale bravura nostra di aver saputo creare strutture in grado di sostituire, tramite la tecnologia, ciò che un tempo ci apparteneva per semplice dono naturale.
Quando piangi per amore, sei musica; quando nasci dal grembo materno, sei musica; quando muori chiedendo perdono, sei musica; quando ti tuffi da una scogliera ed entri in simbiosi con l’acqua che ti abbraccia, sei musica; quando ascolti il battito del tuo emozionale cuore sussurrandone le cadenze, sei musica; quando appari senza farti vedere, sei musica; quando corri senza far sentire l’ansimare della stanchezza, sei musica; quando assolvi e redimi senza essere assolto né redento, sei musica; quando parli con lo sguardo facendo tacere la tua bocca, sei musica; quando accogli chi si è perduto, sei musica.
Quando ascolti…
…diventi musica.

BIANCOLEONE

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