Quei fantasmi di facebook
sabato, 13 marzo 2010
E' innegabile che Facebook sia un fenomeno, ed è altrettanto innegabile che sia quel fenomeno che è riuscito a far perdere completamente valore alla parola "amicizia".
Così inviti alle feste solo gli "amici" iscritti a Facebook (gli altri esclusi), comunichi con gli "amici" (mai di cose importanti), ti fai bello del numero sempre più crescente di "amici" che ti hanno accettato e viceversa (salvo poi non sapere neppure chi siano). Ci sta tutto nell'era del Social Network.
Io stesso ho costruito un profilo su Facebook per dare la possibilità a chi mi cerca di trovarmi. Non accetto alcun "amico", ma soltanto "Fan". Così almeno posso dire di sì a tutti senza neppure sapere chi siano... qualcuno lo conosco, certo, ma ci sentiamo anche per telefono.
La cosa che però più mi affascina di questo network infinito di legami farlocchi sono i fantasmi del passato. Ogni volta che accedi alla tua pagina il software genera una serie di contatti dei quali "potresti essere amico", in base ai gradi di separazione che ti distanziano dai tuoi contatti.
Così, fra quelle facce e quei nomi rivedi chi ti ha fatto del male, chi non ricordi più e non vuoi più ricordare, e chi ti ha tradito. Facebook li indica come probabili amici, ma tu sai che non lo sono mai stati.
E' questo che toglie completamente sapore al valore dei sentimenti.
hai pienamente ragione Stefano, e al 100%!!
Fino ad ieri incontravi per strada persone che conoscevi e che per un qualche motivo ci si era diciamo cosi ... distaccati! e neppure ti salutavano, oggi invece le stesse persone ti contattano su facebook chiedentoti l'amicizia e riallacciando i contatti dopo mesi o anni di completo ignoramento.
Dico io cosa è cambiato da ieri a oggi .. ed io intendo davvero in sole 24ore???
Scritto da: cristiano | venerdì, 20 agosto 2010 a 21:51
Proprio ieri ho "cancellato" il mio account su FB dopo esserne stato uno dei primi utilizzatori fin dagli inizi. Tutto ciò che ho letto più sopra ha uguale valore nel momento in cui ciascuno lo fa proprio in base alle proprie esperienze reali. Sono queste che fanno la differenza e per questo ho preferito tornare al reale dopo essermi "perso" nell'intangibilità del virtuale. Esempio: posso chiamare "amico" chiunque, sia su FB che parlando di una persona che conosco perchè so come si chiama e cosa fa e nulla più. Quanto ancora si usa la parola "conoscente"? Per le mie esperienze davvero poco. Si fa prima a dire "amico".
In ultima analisi siamo quasi sempre noi che facciamo la diferenza nella qualità del rapportarci, poco i mezzi che usiamo, scelti o imposti, reali o virtuali che siano.
Scritto da: Pierluigi | giovedì, 20 maggio 2010 a 08:10
E' la completa e dfeinitiva spersonalizzazione dell'essere. Non vi sentite a disagio a vedere tutti quei quadrati sorridenti su fessbuc?
Scritto da: Stelio | domenica, 18 aprile 2010 a 21:09
mi hai fatto venire in mente la volta in cui, mentre spiegavo al marco la differenza tra i vari livelli di "conoscenze" cui poteva rendere visibili i suoi post su vox lo vidi sbigottito nell'apprendere che il grado più alto di "intmità" era rappresentato dalla parola "family" ... "no, no, -mi disse-... non voglio saperne di famiglie, è una parola che non mi piace"... ecco credo che alla fine la differenza risieda davvero nel valore che si attribuisce alle parole, che sono molto meno univoche di quel che può sembrare ai parlanti una medesima lingua.
Quanto al fatto che facebook abbia svuotato di valore la parola "amicizia", forse è vero in certi usi del nostro codice linguistico, ma...... a volte la svuotano molto di più quelli che si hanno accanto nella vita!
ps. meno male che hai detto che non accetti nessuno, altrimenti ci rimanevo male...... ;)
ciao Stefano!
Scritto da: anto | lunedì, 12 aprile 2010 a 21:03
Mi rimangio tutto quello che ho detto nel post precedente e do ragione all'autore...
Scritto da: Esiliato | lunedì, 22 marzo 2010 a 16:06
Stefano, il computer è un... calcolatore. Certo non può sapere, immaginare etc. chi ci ha ferito/tradito etc. (e guai se lo facesse... hai letto sicuramente Dick e altri). Ha semplicemente un algoritmo e frutto di un puro calcolo statistico. L'algoritmo è utile o no? Boh? C'è chi dice sì, che chi dice no. Se vogliamo rivangare la solita storia che le amicizie "di chat" non sono amicizie vere etc. etc., beh non è che ci vogliono i vari Crepé (vade retro Saragat!) etc. per capirlo (anche se la chat è utile per tenersi in contatto e per INIZIARE possibili amicizie). Insomma, l'importante, credo, sia rendersi conto della realtà in cui siamo immersi e non subirla passivamente. Un tuo antico fan.
Scritto da: Esiliato | venerdì, 19 marzo 2010 a 17:34
Vedi Marcello, il punto è proprio quello: è esattamente la scelta di usare la parola "amici" al posto di "contatti" che ha tolto il senso alla parola "amicizia". Ti basta andare in un ufficio per vedere due colleghi che non si parlano (e che non si sopportano) essere "amici" e parlarsi solo attraverso Facebook e nella realtà non salutarsi nemmeno.
Sul fatto del "numero di amici"... forse viviamo una realtà diversa, ma io ne conosco alcuni che se ne vantano.
Scritto da: Stefano | lunedì, 15 marzo 2010 a 10:33
secondo me su questa cosa si sta un po' esagerando... nessuno nell'etereo gruppo di persone (tra amici e colleghi, si va dai 15 ai 50 anni) che conosco e ha un account su facebook si è mai vantato del numero di amici che ha. ne credo nessuno, dotato di un minimo di raziocinio, considera amici *tutti* quelli che ha fra i contatti di facebook.
credo che tutto sia nato dall'infelice scelta (positivista, tipicamente americana) di scegliere la parola "friend" invece di "contact".
se il fatto di vedere tra i consigli di facebook qualcuno che in passato ti ha fatto del male "toglie completamente sapore al valore dei sentimenti" forse stai dando anche tu un valore emotivo un po' esagerato a un banale strumento tecnologico...
M
Scritto da: Marcello | lunedì, 15 marzo 2010 a 09:18