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La Fabbrica degli Ignoranti

Copt13E' appena uscito un volume di Giovanni Floris intitolato proprio così: La Fabbrica degli Ignoranti.

Nella classifica Ocse dei Paesi più istruiti l'Italia è al 28° posto su 30. Un disastro.

La cosa incredibile è che solo la scuola può curare l'Italia incompetente e paralizzata ma, naturalmente, prima deve curare sé stessa.

Rivedendo i vecchi varietà televisivi del '70 mi sono accorto che la conduzione era affidata a professionisti: attori, cantanti, comici. Tutti artisti di mestiere che conoscevano bene la loro materia e che nei testi erano aiutati da autori di grande livello come per esempio Kramer o Garinei.

Ho provato a fare un elenco veloce di quei personaggi, di quegli "educatori" del piccolo schermo: Gino Bramieri, Delia Scala, Sandra Mondaini, Walter Chiari, Paolo Panelli, Bice Valori, Domenico Modugno, Massimo Ranieri, Raffaella Carrà, Johnny Dorelli, Mina, Alberto Lupo, Lelio Luttazzi... e chissà quanti ne ho dimenticati.

Ognuno di loro era (o è) molto di più di un semplice conduttore, ma sapevano fare altro. E bene. Straordinari attori, cantanti, musicisti.

Chi conduce oggi il varietà di oggi? Chi sono i nomi dai quali quotidianamente impariamo l'italiano e forgiamo la nostra cultura? Da chi imparano gli italiani del sabato sera televisivo?

Provate a fare anche voi un elenco: Enrico Papi, Maria De Filippi, Simona Ventura e i protagonisti di tutti i reality.

Ora capisco meglio il titolo del libro di Floris.


Eravamo quattro amici al bar...

AmiciHo sempre avuto il sospetto che l'amicizia venga sopravvalutata. Come gli studi universitari, la morte o avere il cazzo lungo.

Noi esseri umani esaltiamo i luoghi comuni per sfuggire alla scarsa originalità della nostra vita.

Ecco perché l'amicizia viene rappresentata con patti di sangue, lealtà eterne, e addirittura mitizzata come una variante dell'amore, più profonda del banale affetto di coppia.

Eppure non dev’essere un vincolo tanto solido, se l'elenco degli amici perduti è sempre più lungo di quelli conservati.

David Trueba, Quattro amici


Vi presento Digital Life Style

Copertina_dls01Eccolo qua. E' il primo numero di Digital Life Style, un mensile che si occupa di tecnologia, creatività e, soprattutto, di stile di vita.

Finalmente una rivista che ha riscoperto il valore del cuore. Questo cuore che si sta dimenticando di esistere e presto anche di battere. Non c'è più cuore nella tv in chiaro, ce n'è sempre meno in radio, sta sparendo dai giornali e dalle riviste. Sta smettendo di battere anche tra di noi.

Ecco perché sono felice che il progetto, voluto da Mauro Fabbri, abbia preso vita e sia così riuscito a far ribattere quel cuore che la troppa tecnologia stava cercando di sopprimere.

Io sono un grande sostenitore della tecnolgia, ma non ho mai dimenticato l'anima. E questa rivista potrà aiutare gli altri a ricordarsi di averne una.

Se avete perso il primo numero, potete leggere l'articolo che ho scritto... e per chi è molto curioso... ecco la copertina del secondo Dls_02numero adesso in edicola, dove si parla di Giappone, di tendenze, di robot, di sesso e, naturalmente, di anima... anzi, di "anime"!


Gianni Rodari: parole semplici come l'acqua ma profonde come l'oceano.

Arcobaleno_001

Sono reduce da un week-end con Ottobrino, al secolo Massimo Moretto. Un fine settimana semplice e al tempo stesso ricco di poesia: poesia delle parole, poesia dei luoghi, poesia delle persone.

Massimo scrive poesie, testi, liriche, e abbiamo tascorso il sabato ad ascoltare canzoni, a recitare versi e a scatenare l'anima.

Massimo ha una splendida moglie, Roberta, e un figlioletto vispissimo: Davide. Ed è a lui che ho pensato quando ho letto questa filastrocca di Gianni Rodari, come per ricordare a me stesso che il nostro futuro è in mano ai bambini di sei anni.

Dopo la pioggia
di Gianni Rodari

Dopo la pioggia viene il sereno,
brilla in cielo l'arcobaleno:

è come un ponte imbandierato
e il sole vi passa, festeggiato.

È bello guardare a naso in su
le sue bandiere rosse e blu.

Però lo si vede - questo è il male -
soltanto dopo il temporale.

Non sarebbe più conveniente
il temporale non farlo per niente?

Un arcobaleno senza tempesta,
questa sì che sarebbe una festa.

Sarebbe una festa per tutta la terra
fare la pace prima della guerra.