Come si cambia...
martedì, 02 novembre 2010
Presto questo blog sarà diverso e vi coinvolgerà direttamente... ma i temi saranno sempre quelli legati al mondo nel quale recitiamo ogni giorno.
Presto questo blog sarà diverso e vi coinvolgerà direttamente... ma i temi saranno sempre quelli legati al mondo nel quale recitiamo ogni giorno.
E' da un po' che non aggiorno il mio blog, anche se di cose da scrivere ce ne sarebbero state moltissime; ma ho dato spazio a un progetto che con mio fratello Cesare (Crepapelle) si accarezzava da tempo. Il progetto MaBuKà.
Il nome vagamente esotico è l'acronimo di Magia, Burlesque e Cabaret e il progetto consiste nella costruzione di un gruppo di illusionisti, comici, artisti del Burlesque, musicisti, che hanno in comune la passione per il loro mestiere e il desiderio di presentarlo al pubblico in una chiave che richiama il Varietà o il Teatro di Rivista che era il fiore all'occhiello della scena italiana fino agli anni sessanta.
Il gruppo vorrebbe far conoscere al pubblico gli artisti che ormai la televisione ha fatto dimenticare. Le trasmisisoni tv, infatti, obbligano a siparietti comici, o magici, sempre molto veloci e spesso costruiti in tempi velocissimi che non danno la possibilità ai professionisti di esprimere le loro capacità o, peggio, trasformano gli incapaci in professionisti che poi non sanno reggere la scena dal vivo.
Il MaBuKà è un progetto che vorrebbe fare un salto nel passato per gettare le basi sullo spettacolo del futuro.
Tutte le info su www.mabuka.it
Riporto l'appello di Francesco Miglino, presidente del Comitato Promotore Appello all’UNESCO affinchè L’UNIVERSO INTERNETTIANO, LA RETE, IL DIRITTO ALL’ ACCESSO siano dichiarati PATRIMONIO UNIVERSALE DELL’ UMANITA’.
Noi Donne ed Uomini abitanti della terra, avendo responsabilmente confrontato la qualità della nostra vita prima della creazione dell’ universo internettiano con quella di oggi, testimoniamo che la nostra vita è diventata più ricca, intelligente e partecipativa delle sorti della società e del globo che ora percepiamo come casa comune da gestire e proteggere perchè controllabile e raggiungibile in ogni suo angolo. Usciti dal nostro habitat, affacciati alla nostra finestra sul mondo, possiamo comunicare in tempo reale in modo bidirezionale e complesso, informarci, attingere ed allargare i nostri saperi, compiere operazioni logistiche che prima sottraevano tempo prezioso alla nostra quotidianità. Possiamo dichiarare in tutta coscienza che oggi, senza l’ universo internettiano la qualità della nostra esistenza sarebbe come quella di un uomo privato delle connessioni sinaptiche poichè e’ l’ universo internettiano il più formidabile ed organico acceleratore di consapevolezza con cui è possibile acquisire saperi, realizzare scelte coscienti, incontrarsi ed unirsi ad altri uomini che reclamano progresso, giustizia e diritti da ogni angolo della terra e che progettano la costruzione di una società evoluta, colta e libera. Le informazioni, prima affidate alla mediazione interessata dei possessori delle rotative, ora sono dirette e fanno luce con documenti probanti su problemi volutamente irrisolti e nascosti dal distorcente egoismo dei poteri dominanti. Da ogni angolo della terra sperduto e prima ignorato dove si pratica la violenza dell’ uomo sull’ uomo, le vittime possono spezzare la solitudine facendo giungere la testimonianza delle proprie sofferenze nell’ universo internettiano. E’ scientificamente provato che è stato l’allargamento della nostra corteccia celebrale a favorire una più organica ed evoluta organizzazione delle sinapsi del nostro cervello ed a permettere che il soddisfacimento dei bisogni fisiologici non avvenisse più con il ricorso alle pulsioni istintuali, affrancandoci dalla schiavitù della nostra genetica. E’ scientificamente provato che i miliardi di flussi sinaptici creati da miliardi di uomini che s’ incontrano nell’ universo internettiano allargano la circolazione delle idee e dei saperi e l’ uomo progredisce poichè liberato dalla schiavitù dell’ ignoranza, da limitanti pregiudizi localistici, brutalità censorie, avvilenti disinformazioni pilotate da interessi precostituiti spesso antisociali. Con la libera comunicazione nell’ universo internettiano neutrale ogni uomo può emanciparsi, aumentare i neurotrasmettitori cerebrali in modo proporzionale al numero di quesiti enunciati e risolti da risposte competenti donate in rete, stimolare l’ intelligenza creativa in ogni campo, approfondire esperienze diverse in luoghi prima irraggiungibili, confrontare pensieri e postulati seguiti da esaustive elaborazioni dialettiche e risposte congrue in tempo reale, accedere a banche dati, immergersi in variegate esplorazioni professionalizzanti con il conseguente aumento delle spine dendriniche e la creazione di nuovi punti d’ attracco per la connessione ed attivazione di altre cellule nervose. Il cervello umano è il paradigma dell’ attività sinaptica viva e palpitante animata in modo incessante da miliardi di connessioni di esseri umani che abitano e qualificano l’ universo internettiano, gli stessi che, pervasi da un gratificante rapporto empatico verso gli altri, determinano il flusso informativo qualificato e l’ offerta ad ampio raggio dei saperi favorendo il miglioramento della nostra specie con la crescita addizionale di neuroni e delle connessioni nella nostra corteccia celebrale. Oggi l’ uomo scopre che la qualità della propria esistenza è proporzionale alla conoscenza e si rende conto che solo i saperi lo svincolano da assuefazioni sociali primordiali e lo esortano a costruire un nuovo modus vivendi in cui prioritarie siano le scelte benefiche coscienti per il bene comune. Relazionandosi nell’ universo internettiano l’ uomo che incontra la generosità in offerte creative gratuite, acquisisce il rispetto degli altri ed abbandona gli impulsi distruttivi, intuendo che, liberandosi dagli istinti predatori e dal cinismo, si può convivere in armonia, razionalizzare l’ uso delle risorse, superare collettivamente la limitante lotta per il solo soddisfacimento dei bisogni elementari e, per la prima volta, sedersi collegialmente nell’ agorà universale a riflettere sul come organizzare il proprio destino. Nella storia di tutti i tempi mai l ‘ uomo ha creato un supremo e grandioso universo in cui immergersi svincolato finalmente da condizionanti ed opprimenti gerarchizzazioni sociali ed in assoluta libertà formarsi, esprimersi, rappresentarsi e realizzarsi facendo giungere il proprio apporto in ogni angolo del globo. Stabilito che l’ universo internettiano è bene comune come l’ aria e l’ acqua, creato dall’ uomo per il progresso dell’ uomo, chiediamo all’ UNESCO di proteggerlo da ingerenze e censure e di preservarne la neutralità dichiarando “PATRIMONIO UNIVERSALE DELL’ UMANITA’ L’ UNIVERSO INTERNETTIANO, LA RETE, IL DIRITTO ALL’ ACCESSO".
Mi fa sorridere la polemica che quest'anno si è scatenata per via della decisione di lasciare la possibilità ai negozi di stare aperti.
Non entro nella questione, ma una cosa mi ha fatto riflettere: dopo la coloratissima e "assordante" manifestazione contro il precariato (e non solo) organizzata dai centri sociali, chi ha dovuto lavorare parecchio, sono stati i dipendenti dell'Amsa che immediatamente dopo il corteo si sono dati un gran da fare per ripulire ogni schifezza buttata per terra.
Quello che manca, signori miei, è la considerazione: viviamo in un mondo dove la difesa dei diritti di qualcuno calpesta per forza i diritti degli di altri, ai quali restano solo i doveri.
Nella mediocrità che ormai stiamo vivendo c'è anche quella della critica. Ormai Facebook ci ha insegnato anche questo. Non solo ci obbliga alla mediocrità dei rapporti interpersonali, ma ci ha costretti anche alla mediocrità della critica.
Così il "Mi Piace" ovvero quel pollice alzato che a Totti non piace affatto, sta per entrare a far parte dell'universo internettiano, Wikipedia, New York Times e Internet Movie Data Base in primis, che l'hanno adottato per le loro pagine.
A cosa serve spiegare il perché di una scelta? Basta un "Sì" o un "No", senza doversi scervellare per trovare il motivo di quella scelta.
Ma cosa fare quando un aspetto lo troviamo "positivo" e l'altro no? Per esempio, una penna può piacermi perché scrive molto bene e può non piacermi perché è scomoda da tenere in mano. Quindi? Mi piace o non mi piace?
I giudizi così secchi, spietati e acritici sono l'impoverimento del nostro sapere. A molti piacciono. A me, NO.
Vianello, insieme a Corrado, sono stati i più grandi e ironici conduttori che la tv e la radio italiane abbiano mai avuto.
Ho cercato di imparare sempre molto da loro, ma per poterlo fare devi avere quello che loro avevano. Ed è qualcosa che non si può imparare.
Ho un ricordo che voglio condividere. Ero a Mediaset e incontrai Vianello negli studi. Lo salutai e mi complimentai.
"Non ho parole signor Vianello", dissi. "Non so come esprimerle la mia stima più grande. Da sempre lei e sua moglie rappresentate la più sana e divertente delle comicità."
Lui rispose: "Ah... anche mia moglie?"
Sono un fan accanito di American e British Got Talent, il programma TV che cerca il talento rappresentativo di una nazione.
Ovviamente non potevo non guardare la versione italiana dello show e francamente mi piacciono l'atteggiamento di Rudy, Maria e Gerry... tutti e tre così paterni...
... ma manca il programma. Manca la cattiveria di Pierce Morgan che con la sua ironia tagliente e intelligente riesce a dire le cose come stanno e a spiazzare tutti gli altri giudici.
C'è un'aria da Corrida in tutto il programma e la mia domanda è: l'Italia non ha talenti o i talenti evitano di partecipare a uno show del genere?
Far passare alle fasi successive un duo che canta ruttando non ha niente a che fare col talento. I ragazzi ruttanti sono simpatici, divertenti per trenta secondi, ma poi? Reggerebbero uno show teatrale di due ore?
Le versioni americana e inglese del programma cercano talenti in grado di reggere uno spettacolo a Las Vegas o a Londra e non un personaggio divertente che reggerebbe sì e no cinque minuti di televisione.
Lo show è tutta un'altra cosa.
Speriamo che alla fine qualche talento arrivi davvero... sono convinto che anche l'Italia possa averne di seri.
E' innegabile che Facebook sia un fenomeno, ed è altrettanto innegabile che sia quel fenomeno che è riuscito a far perdere completamente valore alla parola "amicizia".
Così inviti alle feste solo gli "amici" iscritti a Facebook (gli altri esclusi), comunichi con gli "amici" (mai di cose importanti), ti fai bello del numero sempre più crescente di "amici" che ti hanno accettato e viceversa (salvo poi non sapere neppure chi siano). Ci sta tutto nell'era del Social Network.
Io stesso ho costruito un profilo su Facebook per dare la possibilità a chi mi cerca di trovarmi. Non accetto alcun "amico", ma soltanto "Fan". Così almeno posso dire di sì a tutti senza neppure sapere chi siano... qualcuno lo conosco, certo, ma ci sentiamo anche per telefono.
La cosa che però più mi affascina di questo network infinito di legami farlocchi sono i fantasmi del passato. Ogni volta che accedi alla tua pagina il software genera una serie di contatti dei quali "potresti essere amico", in base ai gradi di separazione che ti distanziano dai tuoi contatti.
Così, fra quelle facce e quei nomi rivedi chi ti ha fatto del male, chi non ricordi più e non vuoi più ricordare, e chi ti ha tradito. Facebook li indica come probabili amici, ma tu sai che non lo sono mai stati.
E' questo che toglie completamente sapore al valore dei sentimenti.
Gli scandali sessuali, una volta prerogativa delle notizie provenienti dagli Stati Uniti, sono diventati di moda anche in Italia e in Europa. Preti gay, ministri attratti dai trans, politici alle prese con ragazze che la danno a pagamento, laici vaticanisti che si fanno procurare stalloni ben dotati... insomma, ce n'è per tutti.
Ma resto dell'idea che certe cose debbano restare private se non vanno a infrangere la legge. La vita sessuale spesso non ha nulla a che fare con le questioni giudiziarie degli imputati, e per questo non dovrebbe essere divulgata. Ma il sesso tira... e spesso eccita. Soprattutto quegli arrapati, morbosi, voyeur italiani che non sanno che guardare la tv. Si mettano su un porno, la prossima volta.
I finalisti sono gli stessi che il "popolo" italiano ha visto in tv protagonisti di trasmissioni come XFactor, Amici e I Raccomandati.
Questo dimostra che c'è un Italia che si fa imbesuire dalla tv e che non sa affatto cosa significhi abbracciare davvero un mestiere e crede che gli artisti siano esclusivamente quelli che vede ogni sera sul "piccolo" schermo.
Chi va in Televisione può tutto. Per questo il televoto non ha senso perché è un voto che non premia affatto la capacità e il talento, ma premia la popolarità televisiva. Questo è il vero Grande Fratello, ma pare che nessuno se ne sia ancora accorto.
Qualcuno mi deve spiegare come mai quando ha votato esclusivamente la giuria demoscopica, Scanu e Pupo sono rimasti fuori, mentre quando si è aggiunto il televoto gli esclusi sono arrivati addirittura in finale. Ma la giuria demoscopica non dovrebbe rappresentare l'Italia? Ma se fosse così Pupo e compagnia bella avrebbero dovuto restare fuori...
Quindi? Dove sta la verità? Chi controlla il televoto? Ma Il Grande Fratello, naturalmente!