Ho trascorso l'ultimo dell'anno a Le Folies Du Lac il più grande Music-Hall del sud della Francia. Ballerini, acrobati, illusionisti, tette e culi al vento, in un turbinio di suoni, musica, colori e allegria.
Il Music-Hall, il nostro Varietà di un tempo, ha un posto d'onore in Francia, così come in Inghilterra e in Germania. Noi, invece, ce lo siamo scordati. Eppure avevamo Macario, Delia Scala, Walter Chiari, Wanda Osiris, Paolo Panelli, Bice Valori, Franca Valeri, Gianni Agus, e centinaia di altri artisti straordinari che sapevano fare molto bene il loro mestiere.
Arturo Brachetti ha ripescato quel clima divertente e divertito nella sua ultima fatica, Varietà Brachetti, proprio perché chi ama il teatro ama anche "quel" tipo di teatro. Un teatro fatto di persone e di capacità. Solo quelle. Con l'aiuto di lustrini e di piume, e senza l'inganno della tv.
Il Varietà in Italia ormai è soltanto Amici, con Maria De Filippi che si destreggia fra ballerini e cantanti dove a contare è molto più la faccia e la recitazione di un ruolo piuttosto che le capacità. Tutti giovani, belli e pieni di sé. E gli altri? Dove mettiamo i quarant'enni che fanno spettacolo da oltre vent'anni? Dove mettiamo gli acrobati, gli illusionisti, i cantanti, gli equilibristi, i ballerini e tutti gli altri che hanno dato lustro al teatro di Varietà per molti anni? Li gettiamo dalla finestra?
In Italia sì.
Ma in Francia no. Il Varietà è fatto da straordinarie trapeziste quarantacinquenni, equilibristi sui cinquanta, performer sessantenni. E' fatto da artisti. Indipendentemente dall'età.
Se sei un artista e hai più di trent'anni, in Italia sei morto. Nel resto del mondo cominci a vivere.