Television

Se il talento italiano è scoreggiare...

517x288xi22-517x288_jpg_pagespeed_ic_77gmCnSdHt L'appunto è alla seconda edizione di Italia's Got Talent, uno show di talenti che amo molto, soprattutto nell'edizione Inglese e Americana e che ancora una volta si  è rivelato essere, in quella italiana, una sorta di Corrida, che poco ha a che fare col talento.

Sono sinceramente imbarazzato (e molto in disappunto) con l'esibizione del Principe del Vento, una sorta di musicista che oltre a chitarra, kazoo e tamburelli, si vanta di saper suonare anche il culo, emettendo aria dal buco nel momento giusto.

Un'esibizione che ha divertito molto il pubblico (anche perché l'odore si sarà disperso nel teatro), pubblico al quale faccio una domanda: "Paghereste un biglietto per anadare a vedere un'esibizione treatrale di un'ora del Principe Del Vento".

Immagino che la risposta sia un sonoro "NO".

Ecco, allora, divertiamoci, ridiamo, ma, vi prego NON chiamate talento saper usare bene un petofano elettronico  (perché non era certo lui a petare).

Il talento, quello vero, è proprio tutta un'altra cosa, e, soprattuto, non ha a che fare con la flatulenza.

 


Una proposta per SanRemo 2012

Silvio-berlusconi Con tutta onestà la conduzione di Gianni Morandi dell'appena trascorsa 61a edizione del Festival è stata una delusione.

Il cantante "giovane" sembrava un misto fra Romano Prodi "Stiamo Uniti" e un ragazzino alla sua prima intervista... mi chiedo, infatti, come si possa domandare alla cantautrice Avril Lavigne se le piace cantare! O dire alla Bellucci che è bella... ed è anche mamma!

Per non parlare poi degli occhi di tutti costantemente puntati in alto verso il "gobbo" luminoso. Nemmeno una parola imparata a memoria. Che tristezza.

A parte questo, Chiambretti vorrebbe Roberto Saviano come conduttore del prossimo festival.

Gianni Morandi, invece, propone Massimo Ranieri (e in effetti quando l'ho visto sul palco dell'Ariston mi sono chiesto come mai non avessero domandato a lui di condurre il Festival).

Io invece propongo un nome che sarà garanzia di grandissimi ascolti: Silvio Berlusconi.

E' un ottimo padrone di casa, canta, è ironico, saprebbe improvvisare eventuali momenti da riempire e sarebbe uno spettacolo per tutti, barzellette comprese.

E' il coduttore ideale per un prodotto così italiano come il Festival ed è talmente bravo a dividere l'Italia in due che piacerà sia a chi lo ama, sia a chi lo odia.

Caro Presidente, se dovesse mai lasciare la politica (anche se con l'opposizione che abbiamo la vedo dura) sappia che il palco dell'Ariston la sta aspettando. E sarà un successo.

 


Dis... appunto per San remo 2011. Imbarazzante!

Morandi-sanremo Con Antonella Clerici avevo sperato in un SanRemo meno imbalsamato e senza scopa nel fondoschiena. Mi sono sbagliato. Con Morandi SanRemo è ritornato a essere noioso e imbalsamato, con la pretesa di essere "educativo".

Morandi che insegna a fare tv, le telepromozioni che sono imbarazzanti quanto la trasmisisone e la coppia Luca & Paolo che, intrappolati nel meccanismo SanRemo-Rai, non riescono a far ridere come potrebbero (terribile la canzone della prima puntata con un testo prevedibile e con l'ironia più scontata che si poteva pensare e per di più stonata).

Capisco che il palco dell'Ariston sia difficile. E' chiaro per tutti. Ma siamo nel 2011. Il palco di SanRemo non era parso così vecchio da anni.

Anche i cantanti "datati" hanno portato canzoni davvero poco convincenti.

Vedremo gli ascolti, ma mi sembra un'edizione che ci porta indietro nel tempo  e che non riesce a essere per nulla diventente, né naturale, né piacevole.

Condurre non è semplice, recitare neppure, e tantomeno cantare. In questo senso San Remo quest'anno è perfetto: è mediocre in tutto.

Su La Stampa di oggi Michele Brambilla, convinto dalla bella conferenza stampa, aveva tessuto le lodi di un San Remo finalmente intelligente e colto.

Sarà. Ma non ha detto che sarebbe stato anche mortifero.


Un po' di pausa per un nuovo progetto. Nasce il MaBuKà

_MG_0638-189 E' da un po' che non aggiorno il mio blog, anche se di cose da scrivere ce ne sarebbero state moltissime; ma ho dato spazio a un progetto che con mio fratello Cesare (Crepapelle) si accarezzava da tempo. Il progetto MaBuKà.

Il nome vagamente esotico è l'acronimo di Magia, Burlesque e Cabaret e il progetto consiste nella costruzione di un gruppo di illusionisti, comici, artisti del Burlesque, musicisti, che hanno in comune la passione per il loro mestiere e il desiderio di presentarlo al pubblico in una chiave che richiama il Varietà o il Teatro di Rivista che era il fiore all'occhiello della scena italiana fino agli anni sessanta.

Il gruppo vorrebbe far conoscere al pubblico gli artisti che ormai la televisione ha fatto dimenticare. Le trasmisisoni tv, infatti, obbligano a siparietti comici, o magici, sempre molto veloci e spesso costruiti in tempi velocissimi che non danno la possibilità ai professionisti di esprimere le loro capacità o, peggio, trasformano gli incapaci in professionisti che poi non sanno reggere la scena dal vivo.

Il MaBuKà è un progetto che vorrebbe fare un salto nel passato per gettare le basi sullo spettacolo del futuro.

Tutte le info su www.mabuka.it


Ciao Raimondo

Image778 Vianello, insieme a Corrado, sono stati i più grandi e ironici conduttori che la tv e la radio italiane abbiano mai avuto.

Ho cercato di imparare sempre molto da loro, ma per poterlo fare devi avere quello che loro avevano. Ed è qualcosa che non si può imparare.

Ho un ricordo che voglio condividere. Ero a Mediaset e incontrai Vianello negli studi. Lo salutai e mi complimentai.

"Non ho parole signor Vianello", dissi. "Non so come esprimerle la mia stima più grande. Da sempre lei e sua moglie rappresentate la più sana e divertente delle comicità."

Lui rispose: "Ah... anche mia moglie?"


Italia's Got Talent? Non questi!

Italias-Got-Talent-Giudici Sono un fan accanito di American e British Got Talent, il programma TV che cerca il talento rappresentativo di una nazione.

Ovviamente non potevo non guardare la versione italiana dello show e francamente mi piacciono l'atteggiamento di Rudy, Maria e Gerry... tutti e tre così paterni...

... ma manca il programma. Manca la cattiveria di Pierce Morgan che con la sua ironia tagliente e intelligente riesce a dire le cose come stanno e a spiazzare tutti gli altri giudici.

C'è un'aria da Corrida in tutto il programma e la mia domanda è: l'Italia non ha talenti o i talenti evitano di partecipare a uno show del genere? 

Far passare alle fasi successive un duo che canta ruttando non ha niente a che fare col talento. I ragazzi ruttanti sono simpatici, divertenti per trenta secondi, ma poi? Reggerebbero uno show teatrale di due ore?

Le versioni americana e inglese del programma cercano talenti in grado di reggere uno spettacolo a Las Vegas o a Londra e non un personaggio divertente che reggerebbe sì e no cinque minuti di televisione.

Lo show è tutta un'altra cosa.

Speriamo che alla fine qualche talento arrivi davvero... sono convinto che anche l'Italia possa averne di seri.


SanRemo: vince la tv del Grande Fratello

19022010130346 I finalisti sono gli stessi che il "popolo" italiano ha visto in tv protagonisti di trasmissioni come XFactorAmici e I Raccomandati.

Questo dimostra che c'è un Italia che si fa imbesuire dalla tv e che non sa affatto cosa significhi abbracciare davvero un mestiere e crede che gli artisti siano esclusivamente quelli che vede ogni sera sul "piccolo" schermo.

Chi va in Televisione può tutto. Per questo il televoto non ha senso perché è un voto che non premia affatto la capacità e il talento, ma premia la popolarità televisiva. Questo è il vero Grande Fratello, ma pare che nessuno se ne sia ancora accorto.

Qualcuno mi deve spiegare come mai quando ha votato esclusivamente la giuria demoscopica, Scanu e Pupo sono rimasti fuori, mentre quando si è aggiunto il televoto gli esclusi sono arrivati addirittura in finale. Ma la giuria demoscopica non dovrebbe rappresentare l'Italia? Ma se fosse così Pupo e compagnia bella avrebbero dovuto restare fuori...

Quindi? Dove sta la verità? Chi controlla il televoto? Ma Il Grande Fratello, naturalmente!


Fuori Pupo e Savoia: gli italiani non sono così scemi!

Emanuele-Filiberto-Pupo-Luca-Canonici Sono davvero felice che la giuria demoscopica di SanRemo abbia cacciato via Puppo e Savoia jr. Sono contento perché il figlio del discusso Vittorio Emanuele di Savoia da quando è rientrato in Italia non fa che andare a caccia di denaro senza fare troppa fatica. Politico, "conduttore" tv, concorrente... e adesso "cantante". Ma basta! Paghiamo un canone e non vorremmo essere presi per il culo.

Emanuele Umberto Reza Ciro René Maria Filiberto di Savoia fa benissimo a dedicarsi alla sua fondazione, ma vorrei si trovasse un lavoro, perché quello che sta facendo ancora non lo è.

Gli italiani l'hanno capito. Una volta tanto non siamo cosi cretini come vorrebbero farci credere.


Da Vinci il più grande, fra grandi ignoranti.

Francesco_Facchinetti Ho voluto vedere l'ultima puntata del programma andato in onda su Rai 2 Il Più Grande condotto dal dj Facchinetti. Un flop clamoroso, visto che la finale è stata seguita da un milione  e mezzo di italiani, meno che le puntate precedenti.

Personalmente non ho nulla contro Francesco Facchinetti, ma mi auguro che si sia reso conto, ascoltando per esempio le argomentazioni di papà Baudo, che fare il conduttore televisivo non significa dimenarsi fra un ospite e l'altro, guardare in camera e seguire la scaletta.

Condurre una trasmissione significa saper argomentare, aggiungere sapore a quello che succede, districarsi con elenganza, cultura e intelligenza fra i mille risvolti che una diretta propone.

Mi dispiace, ma il flop della trasmisisone lo si deve anche al conduttore, non me ne voglia Francesco, ma io stesso che ho fatto questo mestiere per anni, mi sono reso conto col tempo di quanto sia importante conoscere, sapere, informarsi.

La televisione sta diventando noiosa perché noiosi sono quelli che la fanno. Non tutti, certo, ma molti sì. Un programma "leggero" può essere ricco di contenuti e interessante e non necessariamente essere becero solo perché, appunto, "leggero".

Fare il conduttore non è affatto un mestiere semplice. Deve averlo capito finalmente anche DJ Francesco che nella puntata di ieri sera non ha fatto altro che rivolgersi sempre e solo a Baudo perché lui stesso sentiva che a mancare era proprio il conduttore.


Al cinema in 3D e i videogiochi seguono a ruota

L_65329 Quando negli Stati Uniti, negli anni '50, la televisione spopolò imbesuendo tutti, il cinema entrò in crisi. La gente preferiva starsene a casa a vedere un quiz, piuttosto che pagare un biglietto per godersi una storia.

Così si cercarono modi per rendere il cinema più interessante e uno di questi modi era la possibilità di dare profondità alle immagini rendendo i film tridimensionali.

Bastavano un paio di occhialini con lenti rosse e blu per permettere a ogni occhio di vedere un'immagine distinta e unica: quella destra per l'occhio destro e quella sinistra per l'occhio sinistro. Il cervello poi avrebbe pensato a ricostruirne la profondità.

Girare un film in quel modo, però, era molto costoso perché le riprese richiedevano l'utilizzo di due cineprese distinte e la stampa della pellicola raddoppiava perché a ogni sala bisognava consegnare due bobine: una per l'occhio destro e una per l'occhio sinistro. Servivano ovviamente anche due proiettori e la grande difficoltà per le sale era anche dovuta al fatto che quando una delle pellicole si rovinava (per esempio si bruciava qualche fotogramma), era assolutamente necessario eliminare anche dall'altra pellicola lo stesso numero di fotogrammi, altrimenti le due immagini sovrapposte sarebbero state diverse. Un gran casino, insomma.

Per non parlare poi del fastidio per gli occhi, perché l'occhio con la lente rossa sforza molto di più dell'altro provocando l'immancabile mal di testa.

Fu comunque un successo solo per qualche mese e poi il cinema 3D venne abbandonato.

La scienza però venne in aiuto e alle lenti rosse/blu vennero sostituite quelle polarizzate. In pratica ogni occhio si ritrovava davanti una lente trasparente capace pereò di far filtrare solo l'immagine polarizzata in un certo modo. Così l'occhio destro avrebbe visto un'immagine differenta da quello sinistro, esattamente come accadeva con il primo sistema, con la differenza però di evitare l'effetto mal di testa.

Anche in questo caso doppie cineprese e doppi proiettori. un bel costo!

Poi è arrivato il cinema digitale. Basta una ripresa fatta con determinate tecnologie e sarà il computer poi a generare le due immagini distinte. Cambia anche la tecnologia per guardarli e che si è trasformata in "attiva" (quella di prima è denominata "passiva") perché gli occhiali elettronici in ogni lente nascondono un vetro con cristalli liquidi capace di oscurarsi 70 volte al secondo in sincronia con le immagini proiettate. Il risultato è una visione della tridimensionalità perfetta che non stanca la vista.

Nvidia porta sui nostri PC questa tecnologia attiva e, se non volete fare la spesa (il kit comprende anche un monitor capace di generare immagini a 120Hz), potete provare quella passiva trasformando i vecchi giochi in titoli dalle immagini rosse e blu.

Bastano una scheda Nvidia dalla 8000 in poi e i nuovi driver per provare questa emozione e ritornare a giocare a vecchi titoli in modo completamente nuovo perché sarà proprio il processore grafico a generare le due immagini separate.

Anche i videogiochi, dunque, come il cinema, stanno cercando di rendersi sempre più accattivanti per portare la gente ad appassionarsi, a uscire, a vivere le emozioni in modo più intenso. E a far girare l'economia.

Ma in questa corsa tecnologica a perdere sono le emozioni vere. Le storie appassionanti, i titoli (di film e videogiochi) capaci di farci sognare.

Quando le due cose si incontreranno avremmo la perfezione.

Il cinema ci è già riuscito con titoli come Wally.E e UP! Ma i videogiochi?